Riconoscere i segnali e valorizzare il movimento
In occasione della Giornata Nazionale del Parkinson, vorrei condividere alcune riflessioni su una patologia che colpisce circa 350.000 italiani ma che è ancora poco conosciuta nei suoi segnali premonitori.
Sapevate che il Parkinson può manifestarsi con sintomi “spia” anche 10 anni prima della diagnosi? Non solo tremore, rigidità e lentezza nei movimenti, ma anche perdita dell’olfatto, disturbi del sonno REM (con episodi di agitazione notturna), depressione e stipsi possono essere campanelli d’allarme che spesso non vengono riconosciuti.
Contrariamente a quanto si pensa, questa malattia neurodegenerativa non colpisce solo gli anziani: nel 10-15% dei casi esordisce prima dei 45 anni, con un impatto significativo sulla vita lavorativa, sociale e familiare delle persone.
La ricerca italiana è all’avanguardia mondiale nello studio del Parkinson, con promettenti sperimentazioni cliniche che mirano non solo a trattare i sintomi, ma a intervenire sul processo neurodegenerativo stesso. La Fondazione Limpe ha stanziato 150.000 euro per progetti innovativi in questo ambito.
Un aspetto fondamentale nella gestione della malattia è l’attività fisica. Numerosi studi dimostrano come il movimento – dalle attività aerobiche al Tai Chi, fino alla danza – migliori significativamente la condizione dei pazienti, non solo sul piano motorio ma anche psicologico e relazionale. Non a caso, l’hashtag della Giornata è #muoviamocinsieme.
Vorrei infine sottolineare il ruolo cruciale dei caregiver familiari, che spesso affrontano enormi sfide nell’assistenza quotidiana, talvolta rinunciando anche al proprio lavoro. È necessario un maggiore riconoscimento istituzionale per queste figure fondamentali.
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