Lo dico da oltre vent’anni: l’esercizio fisico è il farmaco più potente che la natura ci mette a disposizione. Ed è l’unico senza effetti collaterali. A confermarlo non sono solo l’esperienza clinica e la pratica quotidiana, ma anche la scienza.
Una recente revisione pubblicata su eClinicalMedicine – The Lancet ha analizzato 990 trial clinici su quasi un milione di persone con 45 diverse condizioni croniche. I risultati sono inequivocabili: l’attività fisica migliora la capacità funzionale, la qualità della vita e, in alcuni casi, riduce mortalità e ospedalizzazioni. Benefici riscontrati in patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, Parkinson, artrite, dolore cronico, insufficienza renale e depressione.
Non basta però dire “muoviti di più”. L’esercizio deve essere prescritto, dosato e monitorato come una vera terapia, adattandolo alle caratteristiche di ogni persona. In questo senso, il ruolo del medico dello sport e del chinesiologo è fondamentale per garantire che il movimento diventi parte integrante dei percorsi di prevenzione e cura.
Investire nell’esercizio fisico come medicina significa ridurre i costi sanitari, migliorare la qualità della vita e costruire una società più sana e sostenibile. La sfida del futuro passa anche da qui.
