Attività fisica e salute mentale nei ragazzi: un legame da non sottovalutare

Negli ultimi anni l’emergere di disagi psicologici tra bambini e adolescenti ha assunto proporzioni significative, tanto da essere definita da UNICEF e OMS come una “crisi globale della salute mentale giovanile”. Disturbi d’ansia, depressione, isolamento sociale, difficoltà relazionali e alterazioni del comportamento stanno diventando sempre più frequenti, con esordi che iniziano già nella preadolescenza.

In questo scenario, cresce l’interesse per il ruolo dell’attività fisica come possibile strumento preventivo e terapeutico. La letteratura scientifica più recente conferma che il movimento regolare può avere un impatto concreto sul benessere psicologico dei più giovani.

Evidenze scientifiche

Uno studio di coorte pubblicato nel 2023 su JAMA Psychiatry ha analizzato un campione di oltre 16.000 bambini e adolescenti in Svezia. I risultati hanno mostrato che ogni ora in più di attività fisica settimanale all’età di 11 anni è associata a una riduzione del 12% del rischio di sviluppare disturbi psichiatrici entro i 18 anni. I dati più marcati si registrano nei disturbi d’ansia (−40% nei maschi) e nella depressione (−23%) (Högberg et al., 2023).

Una revisione sistematica pubblicata nel 2024 su Pediatric and Adolescent Health ha confermato questi risultati: i livelli elevati di attività motoria sono correlati a una migliore regolazione dell’umore, riduzione dei sintomi depressivi e maggiore autostima, specialmente nei contesti scolastici e nei programmi sportivi strutturati.

L’attività fisica migliora il tono dell’umore attraverso meccanismi neurobiologici (rilascio di endorfine, serotonina e dopamina), ma anche psicologici e sociali: favorisce l’inclusione, rafforza il senso di appartenenza e offre uno spazio espressivo non giudicante.

Il problema: il crollo del movimento in età critica

Nonostante i benefici noti, la partecipazione sportiva tra i giovani tende a calare drasticamente nella fascia 10–14 anni. Si stima che oltre il 70% dei ragazzi interrompa la pratica sportiva continuativa all’ingresso nella scuola secondaria (Sport England, 2023). Le cause? Maggiore pressione scolastica, aumento dell’uso dei dispositivi digitali, riduzione del tempo libero, mancanza di proposte inclusive.

Questo rende ancora più urgente l’attivazione di strategie educative e sociali integrate, che considerino il movimento non solo come prestazione sportiva, ma come strumento di prevenzione e sostegno psicologico.

Cosa possiamo fare

  • Inserire l’attività motoria nei percorsi di salute mentale scolastici e territoriali, attraverso laboratori, gruppi di movimento consapevole, sport di base.
  • Formare educatori, insegnanti e operatori sanitari sul legame tra movimento e benessere psichico.
  • Offrire proposte flessibili e non competitive, valorizzando danza, camminate, yoga, attività all’aperto e pratiche corporee espressive.

Conclusione

L’attività fisica non è solo un “plus” per i ragazzi che già stanno bene. È una risorsa terapeutica concreta, a basso costo e ad alta efficacia, che può e deve essere parte integrante delle politiche pubbliche per il benessere giovanile.

Investire nel movimento dei giovani significa prevenire disagio, costruire resilienza e promuovere salute mentale in modo strutturale.


Fonti

  • Högberg, T., et al. (2023). Physical activity in early adolescence and psychiatric outcomes in early adulthood. JAMA Psychiatry.
  • Pediatric and Adolescent Health Journal, vol. 2, n. 1, 2024.
  • Sport England (2023). Active Lives Children and Young People Survey.

WHO Europe (2022). Physical activity factsheets for the 53 WHO European Region Member States.

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